La biblioteca è il luogo del silenzio. Il volume della voce
si abbassa in automatico, quasi inconsapevolmente, appena ci si chiude la porta
d’ingresso alle spalle.
Gli addetti delle biblioteche sono abituati a vivere in un
mondo ovattato.
Ti accolgono con un’ espressione romantica sul viso, con bozze di un sorriso ingiallito che non teme quello che accade fuori, fuori dai libri. Fuori dalla porta. L’importante è che tutto sia catalogato e sempre sullo scaffale previsto nel database.
Ti accolgono con un’ espressione romantica sul viso, con bozze di un sorriso ingiallito che non teme quello che accade fuori, fuori dai libri. Fuori dalla porta. L’importante è che tutto sia catalogato e sempre sullo scaffale previsto nel database.
Oggi, 6 dicembre 2012, presso la biblioteca comunale del
quartiere, qualcuno di buon mattino dedica tempo e creatività, ovvie componenti
del luogo, alla costruzione del presepe in una delle sale di lettura del pianoterra.
In un angolo, sopra un tavolino, accanto allo scaffale che
contiene i libri di letteratura italiana che vanno dalla M alla P, viene
posizionato del muschio e, con artigianale maestria, fogli di carta dalla
fantasia militare formano delle montagne con grotta annessa. Nell’incavo e tutt’intorno,
sopra al muschio, fanno le belle statuine i personaggi principali della storia.
Chi sia stato a creare il presepe non è un’informazione
rilevante, si sospetta comunque la donna delle pulizie.
Gli addetti della biblioteca passano attorno al tavolino,
lanciano uno sguardo furtivo, mantengono la bozza di sorriso ingiallito, in fin
dei conti è dicembre e il presepe fa sempre calore domestico. Nessuno dice
nulla.
Tranne lei. L’addetta del settore ragazzi.
Compressa dentro i jeans che le marcano le gambe chiaramente
troppo lunghe rispetto al busto, occhiali, capelli ricci da bigodini appena
tolti, labbra sottili con rossetto rosso ma demodé, appena si accorge del presepe agita
gli arti a caso e urla.
“Toglietelooo!! Soffoco, aiuto, soffoco! Mi manca l’aria,
non respiro, togliete quel presepe, soffoco! Io non ce la faccio, non resisto,
qui diventa più stretto, il tavolino dà fastidio, occupa spazio, ma chi ha
messo questa roba qui sopra, via, viaaa. Ma chi l’ha messo?? Soffoco!” e scappa
verso l’uscita.
“Oddio, che succede?” si chiedono gli altri addetti sempre mantenendo secolare compostezza “Sarà
per via del muschio? E’ allergica?” - “Ma
se è finto, questo si compra dai cinesi” – “E allora che le
è preso?”.
Nessuno sa spiegare cosa sia scattato nella testa dell’addetta
al settore ragazzi, esperta di letteratura per l’infanzia, di certo prendere
una boccata d’aria risulta ottimo per calmarsi e riportare la quiete in
biblioteca.
Un altro modo però lo aggiunge lei stessa, appena rientra
dal giro nel cortile. A falcate decise raggiunge il tavolino del presepe e, in
pochi secondi , lascia precipitare tutto negli scatoloni che ospitavano quel
materiale dal Natale scorso. Non le sfugge nulla, neanche un agnellino di
plastica, quelli che di solito finiscono sotto i mobili e si ritrovano a marzo.
Sarà lo spirito delle Feste che inizia a diffondere ansia
oppure qualche pensiero recondito del passato che si è acceso nella mente come le lucine dell'albero? Intermittenze.
Ma in definitiva anche questo, trascorsi dieci minuti, in
biblioteca non risulta più rilevante. Occorre invece mantenere silenzio e riportare l'ordine tra la M e la P.
Buon Natale.
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