DinDinDinDin…DinDinDinDin…DinDin…
Ore 5 del
mattino. Suona la sveglia. Suona la sveglia??
La spengo. Din.
Ma noo, devo
alzarmi. Devo alzarmi. Sto per farlo. Devo alz…zz..z…zzzzzz.
Ore 5.45 del
mattino. Dovevo alzarmi!?! Allora, in piedi.
E’ ancora un
po’ buio, vero? Sì, per fortuna.
Pantaloni
lunghi, felpa con cappuccio. Cappuccio, potrebbe essere fondamentale.
E poi lui, lo
spray. Bomboletta pronta all’uso alta almeno 30 centimetri. Un bombolettone.
Esco.
Passo a
destra, no, a sinistra. Così faccio meno rumore. E le sorprendo.
Ci siamo. Posizione.
Leggo “a 5 metri di distanza”. Uno, due, tre,
quattro e cinque.
Sono troppo
lontana, da qui è impossibile, non prendo la mira, è ancora un po’ buio.
Mi avvicino.
Ora sto quasi sotto. Visto che serviva il cappuccio?
Agitare bene
prima dell’uso. Sciaf, sciaf, sciaf. Fatto.
Molleggiata
ma salda sul baricentro, gambe semi flesse, braccia tese verso l’alto, sguardo
predatore.
Pronti. Premo.
Via!
Spruzzzzzzzzzz………zzzzzzzzzzzz………….zzzzzzzzzzzzz………………zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.
Stop!
Silenzio.
Silenzissimo.
Silenzzzzzziosssimisssszzzimo.
D’un tratto.
…. Tin………. tin…
tintin……………….. robbachimicamaledett…. aritin……… tepossino….. tintintin…….nunpensacheècosìfacil………tic…………..tintintin…………micalmonnocestaisolot……..
toc, tic……….. tantononsolultimaoforsesì……tip,tip……chetavevodetto…….
tintintin……. iotecascosulcappuccio….. nonmiavretemaiiii…. ten.
Epilogo
antipopolare.
Così caddero
gloriose, una ad una, le Erinni di un vespaio, il cui unico errore fu quello di
aver provato a varcare il vetro della finestra in cucina, troppe volte. Onori
alle tre che ci sono anche riuscite. Che le loro anime s’involino libere verso
il giardino del Paradiso Terrestre. Lì, di sicuro, non ci saranno vetri su cui
dare capocciate.
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