mercoledì 17 settembre 2014

Roma d'est_o giardino



DinDinDinDin…DinDinDinDin…DinDin…
Ore 5 del mattino. Suona la sveglia. Suona la sveglia??
La spengo. Din.
Ma noo, devo alzarmi. Devo alzarmi. Sto per farlo. Devo alz…zz..z…zzzzzz.
Ore 5.45 del mattino. Dovevo alzarmi!?! Allora, in piedi.
E’ ancora un po’ buio, vero? Sì, per fortuna.
Pantaloni lunghi, felpa con cappuccio. Cappuccio, potrebbe essere fondamentale.
E poi lui, lo spray. Bomboletta pronta all’uso alta almeno 30 centimetri. Un bombolettone.
Esco.
Passo a destra, no, a sinistra. Così faccio meno rumore. E le sorprendo.
Ci siamo. Posizione.
Leggo  “a 5 metri di distanza”. Uno, due, tre, quattro e cinque.
Sono troppo lontana, da qui è impossibile, non prendo la mira, è ancora un po’ buio.
Mi avvicino. Ora sto quasi sotto. Visto che serviva il cappuccio?
Agitare bene prima dell’uso. Sciaf, sciaf, sciaf. Fatto.
Molleggiata ma salda sul baricentro, gambe semi flesse, braccia tese verso l’alto, sguardo predatore.
Pronti. Premo. Via!
Spruzzzzzzzzzz………zzzzzzzzzzzz………….zzzzzzzzzzzzz………………zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz. Stop!
Silenzio.
Silenzissimo. Silenzzzzzziosssimisssszzzimo.
D’un tratto.
…. Tin………. tin… tintin……………….. robbachimicamaledett…. aritin……… tepossino….. tintintin…….nunpensacheècosìfacil………tic…………..tintintin…………micalmonnocestaisolot…….. toc, tic……….. tantononsolultimaoforsesì……tip,tip……chetavevodetto……. tintintin……. iotecascosulcappuccio….. nonmiavretemaiiii…. ten.

Epilogo antipopolare.
Così caddero gloriose, una ad una, le Erinni di un vespaio, il cui unico errore fu quello di aver provato a varcare il vetro della finestra in cucina, troppe volte. Onori alle tre che ci sono anche riuscite. Che le loro anime s’involino libere verso il giardino del Paradiso Terrestre. Lì, di sicuro, non ci saranno vetri su cui dare capocciate.


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