sabato 27 settembre 2014

Roma d'est_e certezze

Amici e donne.

- Me può chiede de tutto, de tutto. Pure de andasse a comprà i vestiti. Je ce vado. Tanto m'organizzo, divento multitasking. Me infilo ner bar a fianco, cerco er wi-fi, me porto er computer. Tutto me può chiede. Ma quello che non sopporto è de aspettalla sotto. Nun me chiedesse de aspettalla sotto perché nun ce la posso fa.
- 'O so. Ma le donne sò così. Devi sempre aspettalla sotto.
- Nun ce la posso fàà. Aspettalla sotto? Non lo sop-por-to!
- Ho capito, ma te capita. E se poi un giorno tocca che bisogna aspettà a te??
- Impossibile. Nun succede mai.   

lunedì 22 settembre 2014

Roma d'est_o gioco



Al parco, giocano a calcio, sul prato.
Che non è un prato.
In dieci, con una porta sola, tra un lampione e l’albero.
Che non è un albero.E manco una porta.

Tre pelle-pallida-medevoprotegge: 50enne in maglia gialla, 12enne in maglia Totti, 8nano in tuta regalata da nonna a Natale.

Sette pelle-brunita-gianduiottoallespezie: tra i 12 e i 16 anni chipuòdirlo, polo tarocche e camicette a scacchi che come fanno a esse sempre stirate è un mistero tutto orientale. (e come fai a giocà a calcio con la camicetta non te lo chiedo nemmeno).

Eppure quei dieci giocano a calcio.

Sono talmente convinti di giocare a calcio che non vola una mosca, a mala pena vola il pallone tra i piedi, che poi non so in che lingua sarebbe volata, la mosca. 
Dunque silenzio e m…a.

In porta l’8nano. E’ il più piccolo ma le para tutte. Coi guanti enormi-sodemiocugino, le para tutte.

All’improvviso un goal!
Nessuno esulta.
Non esulta nessuno?!? 
L’8nano ributta la palla e via.

Invece tu, mosca silenziosa, svolazzavi già intontita tra gli stinchi di quell’insolita partita.

mercoledì 17 settembre 2014

Roma d'est_o giardino



DinDinDinDin…DinDinDinDin…DinDin…
Ore 5 del mattino. Suona la sveglia. Suona la sveglia??
La spengo. Din.
Ma noo, devo alzarmi. Devo alzarmi. Sto per farlo. Devo alz…zz..z…zzzzzz.
Ore 5.45 del mattino. Dovevo alzarmi!?! Allora, in piedi.
E’ ancora un po’ buio, vero? Sì, per fortuna.
Pantaloni lunghi, felpa con cappuccio. Cappuccio, potrebbe essere fondamentale.
E poi lui, lo spray. Bomboletta pronta all’uso alta almeno 30 centimetri. Un bombolettone.
Esco.
Passo a destra, no, a sinistra. Così faccio meno rumore. E le sorprendo.
Ci siamo. Posizione.
Leggo  “a 5 metri di distanza”. Uno, due, tre, quattro e cinque.
Sono troppo lontana, da qui è impossibile, non prendo la mira, è ancora un po’ buio.
Mi avvicino. Ora sto quasi sotto. Visto che serviva il cappuccio?
Agitare bene prima dell’uso. Sciaf, sciaf, sciaf. Fatto.
Molleggiata ma salda sul baricentro, gambe semi flesse, braccia tese verso l’alto, sguardo predatore.
Pronti. Premo. Via!
Spruzzzzzzzzzz………zzzzzzzzzzzz………….zzzzzzzzzzzzz………………zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz. Stop!
Silenzio.
Silenzissimo. Silenzzzzzziosssimisssszzzimo.
D’un tratto.
…. Tin………. tin… tintin……………….. robbachimicamaledett…. aritin……… tepossino….. tintintin…….nunpensacheècosìfacil………tic…………..tintintin…………micalmonnocestaisolot…….. toc, tic……….. tantononsolultimaoforsesì……tip,tip……chetavevodetto……. tintintin……. iotecascosulcappuccio….. nonmiavretemaiiii…. ten.

Epilogo antipopolare.
Così caddero gloriose, una ad una, le Erinni di un vespaio, il cui unico errore fu quello di aver provato a varcare il vetro della finestra in cucina, troppe volte. Onori alle tre che ci sono anche riuscite. Che le loro anime s’involino libere verso il giardino del Paradiso Terrestre. Lì, di sicuro, non ci saranno vetri su cui dare capocciate.


lunedì 15 settembre 2014

Roma d'est_e creature



Mamma veglia su Piccolé che corre su e giù davanti casa. Tutti i pomeriggi così. A buffo.
M: Piano… piaanoo… nun core, te dico che devi andà piano. Sei tutta sudata, calmate n’attimo. Stai sempre a core. Ma che c’avrai da core? Macchinaaa. Viè qua che arriva na macchina, va pianooo!!
Mamma fa uno scatto e acciuffa Piccolé per un braccio.
Piccolé, 5 anni di raro muscolettodastrada coi capelli lunghi, si divincola e sbatte i piedi, incastrati tra il calzino a righe e l’infradito rosa. Taglia 28.
M: Allora voi andà piano??!? Te dico che ariva na macchina. Se c’è na macchina, hai da frenà!
P: Ma io il freno… nun ce l’hoooooooooo.

Roma d'est_o core



Piccolé, domani inizi la scuola materna, sei contenta?
Naa, tanto nun je piace.
Come no, se ancora non c’è mai stata?
Ha incontrato la maestra, nun j’ha detto na parola, non je piace.
Ma era la maestra, deve conoscere gli altri bambini e poi vedrai se si diverte.
Naa, nun je piaceee, già lo so.
Non poi dì così davanti alla piccoletta! Nun sarà che sei te che non ce la voi mannà??
E certo, da domani la mattina io senza mi fija… come faccio??