Ora di punta, semaforo, clacson, motorini, passanti. Roba su roba.
Un’auto è parcheggiata in seconda fila, a pochi metri dall’incrocio. Dentro, un uomo sta al telefono. E urla.
Passanti incuriositi.
"Ahòòò me sò stufato de fà da tassinaro a tu sorella, nun c'è, è
mezz'ora che spetto, je lo devi dì, me sò stufatooo, nun sò un
tassinaro io, lo volete capìì, sto a perde tempo, chiamasse quarcun altro, sta storia deve finì, me so spiegatoo??!!!!
Arriva una ragazza, alta, sportiva, con due buste della spesa. Apre lo sportello posteriore, posiziona le buste e si siede.
Passanti allarmati.
Ciao.
Ciao.
"Nun se pò continuà così, è chiaro o no?? 'Ndò sta quell'artro adesso,
‘ndo sta quell’altro, 'ndo staaaaaa??!!” sempre al telefono.
Arriva quell’altro, un uomo basso, sportivo, apre lo sportello del passeggero, a fianco di colui che urla. Entra e si siede.
Ciao Francé.
Ciao Alessà.
Pacca sulla spalla di Francé ad Alessà.
Passanti allibiti.
“Ahò sò ‘rrivati. Te saluto, famme annà”. L’uomo riattacca.
Mette in moto l’auto e parte.
[Famme annà o Er tassinaro de tu sorella - Anche questa è Roma d’esta_utunno]